Intervista a Diego Di Dio
DigitalDreamscape.it ha intervistato Diego Di Dio, scrittore, editor, docente di scrittura di editoria e fondatore dell’agenzia letteraria Saper Scrivere. Abbiamo parlato con lui della sua ultima graphic novel, dei suoi romanzi, dell’arte dello scrivere e dei suoi progetti futuri. Buona lettura!
Ciao Diego, benvenuto su DDS. Puoi raccontarci il tuo percorso che ti ha portato da una laurea in giurisprudenza alla fondazione dell’agenzia letteraria Saper Scrivere?
Ciao, grazie dell’invito. La laurea in giurisprudenza è nata da un ragionamento molto pragmatico: avevo un piano A, che prevedeva un lavoro nel settore legale, e un piano B, dedicato alla scrittura e all’editing, nella speranza che accadesse qualcosa. Alla fine ho deciso di abbandonare il piano A e dedicarmi completamente al piano B, che è diventato l’unico obiettivo possibile. Oggi, con Saper Scrivere, siamo quasi in dieci, tra collaboratori fissi e occasionali, quindi direi che questa scelta ha dato i suoi frutti.
Parliamo della tua ultima opera, la graphic novel Il Silenzio dei vivi sceneggiata da te e disegnata da Francesco De Benedittis (Edizioni Npe). Come è stato lavorare per la prima volta su un fumetto? Come è nato il progetto?
L’esperienza è stata magnifica, ma anche impegnativa. Da lettore, ho sempre alternato libri e fumetti, ma fino a Il Silenzio dei vivi non mi ero mai cimentato con una sceneggiatura. Tuttavia, avevo alcune storie chiuse nel cassetto. Tra queste, ho proposto all’editore NPE quella che ritenevo più valida e interessante, e l’idea è piaciuta molto. Scriverla è stato un processo intenso, quasi catartico. Ora voglio continuare a lavorare su entrambi i binari: da una parte i romanzi, dall’altra le graphic novel.
Quali sono state le principali sfide nella scrittura dei tuoi romanzi Fore Morra e Ultimo Sangue? Come si sono evoluti i personaggi di Alisa e Buba?
La sfida più grande è stata immedesimarmi nel punto di vista femminile. Entrambi i romanzi, per un totale di circa 700 pagine, sono narrati dalla voce di Alisa, una ragazza la cui storia segue un’evoluzione complessa: da bambina vessata dal padre a adolescente povera e vittima di violenze, fino a diventare una sicaria. Buba, invece, è il suo mentore, il suo compagno d’armi e l’uomo che ama. La loro evoluzione riflette la tensione tra una vita intrisa di violenze e omicidi e il desiderio di costruire qualcosa di autentico e puro. Sono due forze opposte: da un lato, i loro ruoli di assassini, frutto del contesto che li ha plasmati, e dall’altro, il bisogno di una normalità che sembra irraggiungibile.
Raccontaci una tua giornata tipo.
La mia giornata inizia presto. Accompagno mia figlia a scuola e la mia compagna al lavoro, poi torno a casa verso le 9:30 e mi metto al lavoro. Dedico le prime due ore alla scrittura, se sto lavorando su un progetto. Subito dopo, mi occupo della didattica: rispondo alle email, correggo le prove dei miei studenti e organizzo corsi e promozioni della scuola. Coordino anche il lavoro dei collaboratori dell’agenzia, divido e delego i vari lavori, dato che ora siamo anche un service editoriale molto gettonato, sia dai privati sia dalle case editrici. Nel pomeriggio, divido il tempo tra gli allenamenti e gli editing che seguo personalmente. La sera, prima di andare a dormire, mi concedo almeno 30 minuti di lettura per puro piacere, una sorta di rituale quotidiano.
Parliamo del processo creativo. Dell’ideazione di una storia e del suo successivo sviluppo. Quali sono le tue tecniche narrative? Quanto conta la documentazione?
Il punto di partenza, per me, è sempre il personaggio. I personaggi sono l’anima di ogni storia, quindi investo molto tempo nel costruirli. Attorno a loro costruisco una trama che equilibri due aspetti: una narrazione avvincente, tipica del thriller, e una dimensione umana che prevalga, perché il “materiale umano” è ciò che rende una storia memorabile: io uso sempre il genere (thriller, giallo) come pretesto per parlare di altro. Scrivo una scaletta iniziale abbastanza snella, sapendo che sarà arricchita e modificata durante la scrittura. La documentazione è essenziale: visito i luoghi in cui ambienterò la storia, assorbendo dettagli che si nascondono poi tra le righe. Per esempio, ho fatto moltissimi sopralluoghi per scrivere i miei primi due romanzi.
Quali sono gli errori più comuni che riscontri nei nuovi scrittori e come li aiuti a superarli?
Gli errori sono molti e spaziano tra diversi aspetti della scrittura. Si va da scelte ingenue, come pagare per pubblicare, a carenze tecniche nella narrazione. Spesso questi errori sono amplificati dalla superficialità o dal pressapochismo. Attraverso i miei corsi, lavoro con gli esordienti per correggere sia la scrittura sia aspetti pratici come la presentazione agli editori, la stesura dei paratesti e l’organizzazione del lavoro. A volte questo lavoro produce anche risultati d’eccellenza: non sono pochi gli studenti dei miei corsi di scrittura che alla fine hanno pubblicato con grandissime case editrici.
Quali consigli daresti a chi desidera intraprendere una carriera nel mondo della scrittura e dell’editoria?
Studia. Leggi. Scrivi. Se vuoi fare lo scrittore, non esiste altra strada: studia scrittura, narratologia, storytelling. Leggi sempre, leggi tutto, leggi attivamente e in maniera critica. Scrivi, cercando di migliorarti giorno dopo giorno. Lo stesso dicasi per chi aspira a una carriera come editor, redattore o altro: studia, leggi, apprendi, impara, migliora. Mettiti in gioco, con tanta umiltà ma anche tanta fame. Non è un mestiere per gente pigra.
Libro, film, fumetto o serie TV che hai visto, di recente, e ti senti di consigliare ai lettori di DDS.
Recentemente ho visto This Is Us, una serie che mi ha colpito molto. È una saga familiare che, attraverso le vicende di tre fratelli e dei loro genitori, esplora tanti aspetti della vita quotidiana. Sul fronte fumettistico, consiglio due manga di Gō Tanabe, adattamenti di Lovecraft: La maschera di Innsmouth e L’ombra venuta dal tempo. Sono opere straordinarie.
Romanzi, racconti, fumetti: c’è un altro genere piuttosto che un altro media in cui ti piacerebbe cimentarti?
Sì, mi piacerebbe scrivere una sceneggiatura per il cinema. Sono un grande appassionato di cinema, quindi lavorare a un film come sceneggiatore è un sogno che prima o poi vorrei realizzare.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro, ci puoi dare qualche anticipazione?
Sto scrivendo un nuovo romanzo, che spero di concludere entro gennaio 2025. Lo affiderò poi al mio agente. Questa volta sarà una storia completamente diversa da quelle di Alisa e Buba. Dopo sette anni, ho sentito il bisogno di esplorare nuovi territori narrativi. Parliamo comunque di thriller, sì, ma dal taglio differente. Avevo questa storia dentro da parecchio tempo, ma solo quest’anno ho trovato il tempo di lavorarci seriamente.
Diego Di Dio è scrittore, editor, docente di scrittura e di editoria, ed è fondatore dell’agenzia letteraria Saper Scrivere. Ha pubblicato diversi racconti con Giallo Mondadori e Delos Digital, ricevendo anche la menzione d’onore al Gran Giallo di Cattolica 2014. Con Fanucci, invece, ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Fore Morra.
Ultimo Sangue è il primo libro con La Corte.
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