Intervista a Emanuela Valentini
DigitalDreamescape ha intervistato Emanuela Valentini, celebre autrice del thriller Le Segnatrici. Abbiamo parlato con lei dei suoi libri, di scrittura e dei suoi nuovi progetti futuri. Buona lettura!
Ciao Emanuela, benvenuta su DDS. Parliamo subito del tuo lavoro. Nel 2020 è uscito per i tipi di Piemme, Le Segnatrici, il tuo primo thriller tradotto in diversi paesi del mondo, gran successo di critica e di pubblico. Prima di allora avevi pubblicato diversi libri di genere fantastico. Come è avvenuto questo passaggio? E quali sono state le principali difficoltà che hai affrontato per la stesura di questa opera? Ricordo che parlando mi avevi confidato che: “allontanarmi dalle zone di comfort inizialmente è stato traumatico anche proprio a livello di rete umana: non conoscevo nessuno e nessuno conosceva me e c’era poco modo di interagire, cosa per me fondamentale per stare bene”.
Ciao! Grazie per l’ospitalità.
Devo dire che il salto dal fantastico al thriller non è stato indolore, ma a pensarci adesso sono davvero felice di averlo fatto, perché in fondo si è trattato di una evoluzione. A distanza di tempo posso dirti che la questione della rete non è cambiata: continuo a conoscere pochissima gente e va bene così. Molte delle dinamiche che circondano l’universo degli autori non mi piacciono e i margini per me sono luoghi ideali.
Le Segnatrici, che sta diventando un film, è stato il salto nel vuoto che mi ha permesso di imparare tantissimo sull’editoria. La giungla in cui tutti ci muoviamo circospetti. A volte ci si incontra, a volte ci si scontra. Ma così è la vita.
Nel 2021 ha visto la luce il thriller a puntate Rumore, la prima serie fiction italiana in versione audio prodotta da Storytel Original, come è nato questo progetto e come è stato sviluppato?
Ecco, il ritardo nella consegna di questa intervista è dovuto proprio a Rumore: nelle ultime settimane infatti ho lavorato e concluso la seconda stagione. Il progetto è nato qualche anno fa dal desiderio di Marco Ragaini – che ora non lavora più in Storytel – di avere una mia storia nel catalogo degli Originals. Io ho raccolto l’invito e ho creato Rumore, una serie thriller di dieci puntate tutta da ascoltare, anche perché la lettrice è Barbara Chichiarelli – la Livia Adami in Suburra – stratosferica.
Ho ambientato la storia nella Roma che conosco meglio: non quella patinata del centro storico, ma quella colorata e scanzonata della periferia. La nuova stagione consegnata da poco vedrà la luce in autunno.
Del 2022, è invece, Le lacrime delle sirene, dove continui a esplorare con location e una storia diversa, il mondo delle credenze popolari e dei miti ancestrali ancora vivi nel nostro Paese. Cosa ci puoi dire in merito e quali sono le differenze dal libro precedente?
Mi piace personalizzare il genere. Viaggiare nella dimensione del folklore mi aiuta a immergermi in atmosfere rarefatte che hanno molto feeling con il mio amato fantastico. Un fantastico che cucio in trame da cronaca nera, ecco. Non so quali siano le differenze tra i due romanzi, sono due storie molto diverse l’una dall’altra, posso però dirti quali sono i punti in comune: la protagonista donna, forte ma complicata, sofferente. L’ambientazione che diventa personaggio, in Le segnatrici è il bosco, qui è il mare, ma un mare donna, madre, che dà la vita e la toglie, se vuole.
Sia in Le Lacrime delle sirene che in Le segnatrici presenti due protagoniste molto complesse, donne, che pur nella loro fragilità, riescono a mostrare al lettore una notevole forza d’animo e a smascherare i colpevoli della storia. Quanto sono state pensate le protagoniste? Quanto c’è di personale nella loro caratterizzazione?
Esatto, come dicevo nella domanda precedente, la protagonista femminile e forte è uno dei punti che i due romanzi hanno in comune. Lavoro sempre moltissimo nello studio della protagonista perché penso sia l’elemento portante in ogni storia, quello che i lettori usano come faro per orientarsi tra le pagine e nelle trame. Per me è così: quando leggo un romanzo mi appassiono molto di più se riesco a empatizzare con il/la protagonista. È proprio una questione di immersione in vicende che di fatto non ci riguardano, ma che sentiamo nostre grazie a un protagonista ben costruito. Mi piace che le mie protagoniste risultino umane, non sono delle predestinate, non hanno una marcia in più o un superpotere: sono donne che come tutti attraversano zone di sofferenza e provano a uscirne. Se c’è qualcosa di personale nella caratterizzazione? Bè, sì. C’è sempre. In questo senso la scrittura diventa terapia perché riverso nei miei personaggi tutte le mie fragilità.
Nei tuoi romanzi racconti il Male e la Violenza, ma sono sempre fini al racconto a mai gratuiti. Come ti approcci a questo argomento così sensibile e cosa pensi di come viene veicolata la violenza nella società e nei media, oggi?
Quando scrivo cerco di raccontare le persone prima dei fatti, prima dei gesti che compiono. Questo perché preferisco pensare che non esista il male assoluto, ma che nella vita ci siano binari che portano verso il male, che vedo più come una distorsione del bene che come un’entità a sé. La verità è che nei miei romanzi mi racconto la favola del “c’è sempre un motivo se sono diventato così cattivo”, cosa che non trova riscontro in quello che poi leggo sui giornali, dove il male è il protagonista assoluto. La narrazione della violenza nei media oggi è scioccante, persino poco credibile per quanto è esagerata, spersonalizzata. Non so. Penso che leggerò meno giornali e continuerò a raccontarmi storie di redenzione personale. La favola come antidoto alla pornografia della violenza.
Uno degli elementi più affascinanti nella tua narrativa è la commistione di elementi fantastici con il quotidiano, lo stare sul confine dei generi, quello che viene definito “slipstream” e che ha e avuto suoi esponenti in scrittori come Paul Auster, Haruki Murakami, J. G. Ballard, Jorge Luis Borges. Come nasce questa fascinazione e cosa ci puoi dire a riguardo?
Che bellissima parola, fascinazione. È così, davvero: un incantesimo che si rinnova dentro di me quando mi preparo a scrivere una nuova storia. Certamente l’eco delle letture che ho fatto da piccola ha contribuito a rafforzare in me l’invincibile propensione a vedere magia ovunque. Una magia spiegabile, che si può raccontare, un arabesco che fa da cornice alla realtà e la illumina. Credo sia il frutto di una visione miracolosa della vita, non so. Sicuramente ammiro moltissimo gli autori di cui sopra e sapere di trovarmi sulla loro scia mi rende felice. Di certo non è una cosa studiata a tavolino: non potrei essere diversa da così.
Parliamo del processo creativo. Dell’ideazione di una storia e del suo successivo sviluppo. Quali sono le tue tecniche narrative? Quanto conta la documentazione?
Non ho una tecnica narrativa scolpita nel marmo perché ogni storia ti chiede un approccio diverso, una visione differente. Anche la forma della documentazione cambia di volta in volta: per scrivere un romanzo si possono studiare libri che parlano degli argomenti trattati, oppure basta fare un viaggio. Si possono guardare dei film. Si può andare in giro per musei o semplicemente a camminare sulla spiaggia: dipende da cosa si sta cercando. Ecco, forse quello che non cambia mai nel mio approccio a una nuova storia è il focus totale. Una concentrazione molto forte che resta accesa anche se dormo o faccio altro. Qualcosa di potente, una luce, una lente, non saprei definirla, che si avvia e mi accompagna dalla prima forma abbozzata di un’idea all’ultima parola della stesura di un romanzo.
Fai parte di www.storieinfinite.it dove, tra l’altro, ti occupi di editing e couching letterario, ci puoi spiegare di cosa si tratta?
Non ne faccio parte: l’ho fondata insieme a Lorenzo Crescentini che è anche mio compagno nella vita. Storie Infinite è il nostro grande progetto comune: una Art Factory orientata alla formazione di scrittori e artisti, alla cura di progetti editoriali e non solo, alla creazione di romanzi, biografie, sceneggiature e soggetti cinematografici. E non solo: eventi live, corsi di scrittura creativa su misura, documentari. Ci piace spaziare nell’universo della comunicazione e fornire sempre nuove idee e servizi ai nostri clienti. L’intento è quello di creare un portale forte di risposte in un mondo nebbioso come quello editoriale e della creazione di contenuti, mondo ancora considerato dalla società hobbistico, ma che invece ha un potenziale altissimo. Scrivere può diventare una professione. L’arte può diventare la tua professione.
In una società che corre, Storie Infinite è un invito a soffermarsi sulla bellezza, sulla profondità, sulla potenza dell’immaginazione che, a nostro avviso, può ancora salvare il mondo. ( www.storieinfinite.it )
Che consigli daresti a chi vuole diventare uno scrittore/scrittrice oggi? Quali sono gli errori da non commettere?
Ci sto ancora lavorando, quando ne saprò abbastanza potrò parlarne a cuore leggero. Il mondo editoriale come dicevo è una vera giungla, persino la parola scrittore alle volte mi sembra obsoleta per come chi scrive viene trattato dalla macchina sforna libri. Salterei alla prossima domanda.
So che stai lavorando al tuo prossimo thriller, ci puoi dare qualche anticipazione? Quando potremo leggerlo?
Il nuovo romanzo è pronto, immagino che avrò novità in proposito a settembre. Si tratta di un thriller psicologico che ruota attorno a una strage di innocenti, nel panorama mozzafiato dell’altopiano di Rascino, tra Rieti e l’Aquila. Tre protagoniste, tre donne di età diverse, tre storie che poi diventano una. Una storia in cui il lettore è chiamato ad abbandonarsi al flusso del vortice e a godersi il turbine, come su una giostra micidiale.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Soltanto ringraziarti per la pazienza e per questo spazio. Un abbraccio!
Emanuela Valentini
Emanuela Valentini. Vive e lavora tra Roma e Cervia. Si occupa di editing e book coaching. Ha vinto numerosi premi per la narrativa breve. Del suo debutto nel thriller, Le segnatrici, in corso di pubblicazione in vari Paesi del mondo, sono stati opzionati i diritti di adattamento cinematografico. Nel 2021 ha visto la luce il thriller a puntate Rumore, la prima serie fiction italiana in versione audio prodotta da Storytel Original, che ha ottenuto un largo successo. Le lacrime delle sirene è il suo secondo thriller.
[A cura di Gianfranco Staltari]
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