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Intervista a Francesca Piazza

Intervista a Francesca Piazza

Questa intervista è stata pubblicata originariamente sul numero 10 della rivista Agatha – Donne che scrivono gialli.

Gennaio ha segnato un momento importante per la collaborazione di Agatha – Donne che scrivono gialli e Golem Edizioni: l’uscita del primo racconto della collana NeroDonna, curata da Cristina Origone, e il Premio Agatha, organizzato con il Comune di Bardonecchia e il festival BardoNoir diretto da Giorgio Ballario, che culminerà con la premiazione ad agosto durante il festival che ci  terrà il 22, 23 e 24.

Dietro questo ambizioso progetto editoriale c’è Francesca Piazza, editrice di Golem Edizioni, che con coraggio e passione ha preso le redini della casa editrice poco più di un anno fa. In questa intervista ripercorriamo insieme il suo primo anno da editrice, esploriamo il valore di NeroDonna e parliamo del futuro di Golem Edizioni.

Francesca, gennaio è il mese del debutto di NeroDonna, un progetto che sta particolarmente a cuore sia a me che a Agatha. Puoi raccontarci cosa ti ha spinto ad abbracciare questa collaborazione e cosa significa per te dare voce alle donne nel mondo del giallo?

Questa collaborazione è nata innanzitutto grazie all’intensa affinità da subito sentita con te e poter scegliere le persone con cui lavorare credo sia un valore aggiunto per i progetti. Poi non ti nego che guardo con interesse alle evoluzioni del mercato (e, soprattutto, del mercato digitale) e sono quindi molto curiosa di sperimentare una collana di questo tipo.

Il motivo per cui NeroDonna è dedicata esclusivamente alle autrici è molto semplice: ho avuto modo di conoscere e partecipare a diversi eventi in ambito letterario e, specialmente con riferimento al genere giallo e noir, il panorama italiano è ricco di grandi nomi (che personalmente ho anche avuto modo di leggere e apprezzare) ma il peccato è che la maggior parte è di genere maschile!

Dopo un anno alla guida di Golem Edizioni, quali sono state le esperienze più significative che hai vissuto e come hanno influenzato il tuo approccio all’editoria?

Senz’altro il cambiamento della compagine sociale, che mi ha fatta ritrovare in poco tempo da sola a gestire una SRL, con la conseguente difficoltà nell’affermare quella che è la nuova identità di Golem, e la partecipazione alle grandi fiere nazionali, che mi ha fatto comprendere come l’editoria stia cambiando andando sempre di più nella direzione della quantità a scapito della qualità. Questo sarebbe un argomento da approfondire, magari avremo modo di riparlarne!

Decidere di lasciare un posto sicuro per dedicarti a un progetto così ambizioso è una scelta che richiede grande determinazione. Cosa ti ha spinto a fare questo passo e come valuti oggi quella decisione?

Leggo da quando ero bambina, a casa dei miei genitori ci sono librerie in ogni dove e a casa mia ci sono più libri che vestiti. I libri sono l’unica cosa che accumulo. Ma oltre a leggere, scrivo anche da quando ero bambina: diari (un’infinità), qualche romanzo e diverse poesie. A un certo punto della mia vita, dopo molte esperienze lavorative non soddisfacenti, ho deciso di scommettere in un’attività imprenditoriale in un settore che amo. Oggi sono felice di questa decisione e sono certa che il tempo mi restituirà un po’ di soddisfazioni che andranno a ripagare i sacrifici che inevitabilmente in un primo periodo ho dovuto fare (e che in parte sto ancora facendo). Ma più che sacrifici mi piace pensarli come scelte.

 

 

 

NeroDonna ha l’obiettivo di esplorare il mondo del crime attraverso una prospettiva femminile. Quali sono le tue speranze per questa collana e cosa vorresti che i lettori e le lettrici portassero con sé da queste storie?

La speranza è avvicinare più persone possibili alla lettura, proponendo racconti (o romanzi brevi) a prezzi accessibili (poco più di un caffè, a volte persino meno), con costi di produzione contenuti che mi consentano di cambiare le cose strada facendo in base ai feedback ricevuti (nel mondo editoriale, Amazon è l’unico che restituisce riscontri in tempi brevi). Il modo di leggere sta cambiando e noi editori dobbiamo, per quanto ci sia possibile, stare al passo con i tempi se vogliamo conquistare sempre più lettori. Inoltre dare un canale preferenziale alle voci femminili mi sembra un buon modo per riprenderci un po’ di spazio.

Il concorso NeroDonna è un tassello importante del progetto. Quanto pensi sia importante creare spazi come questo per valorizzare il talento femminile nel giallo? E per chi fosse interessata: hai qualche consiglio da dare alle aspiranti autrici che vogliono partecipare?

Penso sia fondamentale fare rete e aiutarsi, ed è bello vedere come le persone si appassionino e si mettano a disposizione quando i progetti sono interessanti e “nuovi”. Il consiglio è di non aver fretta nel concludere la storia: spesso i racconti più belli che ho letto sono quelli a cui l’autore ha dato la possibilità di riposare, prendere aria, per poi dar loro vita.

Per concludere, c’è un messaggio che vorresti lasciare alle donne che aspirano a seguire il proprio sogno, magari nel mondo dell’editoria o del giallo?

Di non temere la competizione maschile: giochiamo tutti lo stesso campionato!

Ringraziamo Giorgio Ballario, giornalista e direttore artistico del festival BardoNoir, il Comune di Bardonecchia rappresentato dal sindaco Chiara Rossetti, e Chiara Caratto, ufficio stampa del Comune di Bardonecchia.

Il regolamento completo lo potete leggere sul sito di Golem Edizioni: www.golemedizioni.it

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