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Intervista a Letizia Sebastiani

Intervista a Letizia Sebastiani

Intervista a Letizia Sebastiani

DDS ha incontrato Letizia Sebastiani, in libreria con il suo nuovo thriller fantascientifico Memoriae. Abbiamo parlato con lei delle sue opere, dei suoi interessi e dei suoi progetti futuri. Buona lettura!

Ciao Letizia, benvenuta su DDS. Puoi presentarti ai lettori del portale e dirci chi è Letizia Sebastiani?

Sono una persona semplice, con lavoro, famiglia e interessi comuni. Sono una mamma e un’insegnante di scuola dell’infanzia. Ho due lauree: in pedagogia e psicologia forense più un master in criminologia. Ho studiato teatro per otto anni, sono cintura nera di taekwon do e da poco ho scoperto il pilates. Sono un’appassionata e accanita videogiocatrice e leggo da sempre, soprattutto horror e thriller. Ho cominciato a scrivere, per lo più scempiaggini, a 14 anni (sono tardiva).

Parliamo del tuo ultimo libro Il Memoriae, pubblicato da Libraccio Editore, in cui ipotizzi una società del futuro in cui è possibile utilizzare un chip a impulsi elettronici installato su un bracciale – che consente di recuperare ricordi sopiti da tempo, arrivando fino alla vita fetale. Da dove arriva questa suggestione? Come hai lavorato sull’idea e sul protagonista principale l’ispettore Tommaso Corradi?

La memoria è un argomento che mi affascina da sempre, una delle mie tesi è incentrata proprio sui meccanismi mnemonici e la testimonianza dei testimoni oculari, nonché il loro utilizzo in tribunale. Scrivere un poliziesco su questo argomento era il giusto coronamento di anni di studio. Un giorno mi sono ritrovata a pensare: e se ci fosse un modo per non dimenticare? Ed ecco qui…Tommaso è un papà vedovo, e se la cava piuttosto bene con una figlia quindicenne e il suo pesante lavoro. É alla caccia di un serial killer, ma non se ne accorge subito. Ha le sue idee, le sue convinzioni e a volte per dar retta ai suoi principi è pronto a scavalcare qualche regola…é una brava persona dai…

A marzo 2023 è uscito Dieci indizi del giallo (Delos Books), dove metti in scena un giallo classico alla Agatha Christie. Si tratta di un racconto lungo accolto dal pubblico con ottimi giudizi. Cosa ci puoi dire a riguardo? E potrebbe essere l’idea per un romanzo di più ampio respiro?

Il giallo classico è uno dei miei generi preferiti e ammiro da sempre chi riesce a costruire trame tanto intrigate in spazi ristretti. Me lo sono posto come una sfida e un gioco, tant’è che è anche un po’ interattivo, si chiede ai lettori di individuare citazioni celebri nascoste nel racconto e mi è sembrata una cosa divertente. No, non diventerà mai un romanzo, certe cose nascono per rimanere come sono, gli indizi è uno di quello, ma  ne ho altri due pronti un po’ sullo stesso stile, anche se non “a porte chiuse”. Vedremo…

Facciamo un passo indietro e parliamo di John Doyle, di cui hai scritto tre libri (La condanna di John Doyle, La fuga di John Doyle, Il gatto di John Doyle). Chi è John Doyle e come nasce questo personaggio e l’idea per questa trilogia?


Sai il povero Cristo che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato? Ecco, John è un meccanico di New Orelans che viene accusato dell’omicidio della moglie perché viene trovato accanto al suo
cadavere  con in mano l’arma del delitto.
Si dichiara innocente e in carcere racconta la sua storia. Una storia che parla di viaggi in altre dimensioni e di Doppelgänger  e che continua nella fuga dove sarà alle prese con un magazzino di portali dimensionali e un folle professore alla ricerca del nobel. Il gatto è un breve racconto spin off dedicato appunto al suo
gatto. Il primo ad aver attraversato il portale, il primo ad averne subito gli effetti, ed è raccontanto dal suo punto di vista.

La tua passione per il giallo e il thriller è evidente nelle tue opere e hai anche fatto un master in criminologia. Da dove arriva questo interesse e chi sono gli autori che ti hanno maggiormente influenzata?

Sono stata cresciuta a pane e libri. A 11 anni ho scoperto i “Piccoli brividi” e a 14 Stephen King, tutt’ora il mio scrittore preferito. Diciamo qundi che la mia “formazione” è prettamente horror anche se è sbagliato ridurre l’intensa opera di King a un unico genere. Da lui mi sono poi aperta al thriller e al giallo, influenza che non viene solo dalla letteratura ma anche dal cinema. Ultimamente poi mi è venuto il pallino dei documentari tru crime, la realtà è così fantasiosa che non può che essere di spunto per le opere di fantasia…

Oltre al giallo, al noir e thriller, hai mai provato a cimentarti in altri generi o c’è un genere in cui vorresti provare?

Ho scritto un libro di racconti comico/umoristici a sei mani con le mie sorelle: “Il camerone”, sulla falsarigha del Decameron del Boccaccio. É  stato pazzesco, divertentissimo e ne è uscita un’opera del tutto fuori dalle righe, al limite dell’idiozia. Ogni tanto, quando sono ispirata dalla realtà, mi cimento in qualche nuovo racconto comico e li sto raccogliendo per un Camerone 2. Si chiamerà “Il Macarone” (ride).

Sei molto attiva sui social, con la gestione anche di alcuni gruppi tematici su Facebook e redattrice del blog Note di Carta. Come ti relazioni a questi media e che importanza hanno nel tuo profilo di scrittrice?

Per noi scrittori emergenti essere attivi sui social è quasi una necessità. Non riesco a farmi venire in mente altri modi per far conoscere me e la mia scrittura se non quella di scrivere e condividere sui social i miei contenuti. Anche questa intervista esiste grazie ai social, così come il blog. Questi utilissimi mezzi di comunicazione ci permettono di metterci in connessione tra noi autori, condividere dubbi, consigli e lavori, attraverso il gruppo di scrittori ho conosciuto un sacco di persone bellissime con i miei stessi interessi e con loro collaboro e organizzo eventi e concorsi, giochi e attività, corsi ed esercitazioni. Praticamente senza social mi leggerebbe solo mia madre.

Che consigli daresti a chi vuole intraprendere la strada della scrittura?

Leggete? Se la risposta è no cominciate a farlo. Dopodiché si passa a studiare. Leggere e studiare sono le basi fondanti di tutte le attività che si vogliano intraprendere, insieme a queste, l’esercizio. Scrivete tanto, scrivete sempre, non perdete il piacere di farlo e quando vi capita l’occasione di far leggere qualcosa a qualcuno fateglielo leggere. Fate tesoro dei consigli di chi non vi conosce, lasciate stare quello che pensa vostro cugino, non fa testo. Non vi arrendete al primo no ma non siate tanto presuntuosi da pensare che se vi rifiutano è perché non vi hanno capiti. Andate avanti sempre e nel frattempo continuate a leggere, soprattutto autori italiani dello stesso genere che scrivete, vi insegnerà tantissimo.

Libro, film o serie TV che hai visto, di recente, e ti senti di consigliare ai lettori di DDS.

Vedo serie TV a raffica, una dopo l’altra. Come non consigliare Only murders in the building? Un giallo classico trasportato nell’attualità attraverso l’uso dei podcast con un cast meraviglioso e la genialità di Agatha Christie!
Poi sto riscoprendo Dennis Lehane, con i suoi Shutter Island, Mistyc river e recentemente ho trovato Piccoli atti di misericordia, mi sta facendo perdere la testa.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro, ci puoi dare qualche anticipazione?

Sono alle prese con tre storie diverse che tra pause forzate e blocchi vanno avanti a rilento, potrebbero essere tre romanzi, o magari due romanzi e un racconto lungo, poi partecipo sempre a molti concorsi, a volte arrivo, a volte no e va bene così, e ho pronti due racconti lunghi gialli a cui devo trovare una casetta di carta…

Letizia Sebastiani è nata nel 1983 a Roma, dove tuttora vive. Laureatasi in scienze pedagogiche e in psicologia forense, ha proseguito gli studi con un master in criminologia. Attualmente è un’insegnanate di scuola dell’infanzia e mamma di due bambine, con la passione per la scrittura e il teatro. Ha scritto: Amor di morte (2003), Novelle da incubo (2009), Ai confini di Pangonia (2012), La condanna di John Doyle (2019), La fuga di John Doyle (2021), Il camerone (2021) e Il gatto di John Doyle (2022), breve racconto spin off de La condanna di John Doyle, Dieci indizi del giallo (2023) e Memoriae (2024).

[A cura di Gianfranco Staltari]



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